(Di)Vino e (Di)Me, riflessioni regalate a un pc

Tuscan Specialties: Cantucci Biscotti and Vin Santo

Esce su Alimentari Magazine: cantucci e vin santo.

CANTUCCI

Specialties of Italy: Pistoia’s Confetti

Esce su Alimentari Magazine: confetti riccio di Pistoia.

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Dietro la digitale: Vinitaly 2014

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L’AIS presenta la nuova rivista al Vinitaly 2014

In occasione della 48° edizione del Vinitaly, l’Associazione Italiana Sommelier annuncia alla stampa nazionale ed internazionale la nascita di un nuovo progetto editoriale.
“Vitae” è la nuova rivista ufficiale dell’associazione, con contenuti innovati e di elevata qualità. Con la rivista arriverà, ma a ottobre 2014, la nuova guida vini che completerà il progetto editoriale.

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La rivista avrà il compito di essere un prodotto dei Soci per i Soci, ma con i contributi di tutti coloro che, a vario titolo, gravitano intorno al mondo vino. “Una rivista nata, non per sedurre”, come ha voluto precisare il Presidente dell’AIS Antonello Maietta, “non per essere autoreferenziale, ma per far conoscere la vera essenza di questa associazione aperta ai cambiamenti”.
Vitae. Un nome che ricorda l’universalità e la condivisione. “Si pronuncia vite, – precisa Maietta – come la nostra amata pianta, ma è scritto vitae, come il plurale e il genitivo latino del termine vita, ae.
Nella “t” del nome si traduce graficamente la forma e l’espressione di una vite, un guyot, un simbolo che rappresenta tutta la forza iconografica dell’intero progetto. Il nome è, ovviamente, dal punto di vista semantico, una classica sineddoche: parlerà di vite in senso tecnico e in senso più ampio della vita del vino, del suo mondo, di storie raccontate, di vite e di esistenze, quelle dei suoi attori”.
Un’importante prodotto editoriale dedicato in esclusiva alla cultura del vino.

Dietro la digitale: Pisa Food and Wine Festival 2013

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Dietro la digitale: 47° Congresso Nazionale AIS

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Steamboat wine Festival 2013

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The Steamboat wine Festival is a premier destination event where master winemakers, culinary greats, and our distinguished guests gather to play, wine, and dine in beautiful Steamboat Springs, Colorado. Experience more than 100 food artisans, wineries, breweries, distilleries, epicurean purveyors, and locally-made products at this ultimate food and wine experience. Whether you are a full-fledged foodie or an emerging gourmand, you are sure to find more than one event to whet your appetite. There is something for everyone – from food and wine tastings, to seminars and cooking demonstrations, to outdoor adventures with food & wine influences, there are tastes and temptations at every turn.

The success of this event is due, in no small part, to our wonderful wineries, spirits and breweries. Learn more about the Steamboat Wine Festival by viewing the web site: http://steamboatwinefestival.com/

Enologia, nuovi sbocchi professionali

Il Paese sta vivendo un periodo molto difficile nell’ambito del lavoro. Sempre più giovani non riescono a trovare un primo impiego e, spesso, uomini e donne sono messi in mobilità perché le proprie professionalità non sono più richieste, con gravi disagi per le loro famiglie.

Un settore che sembra non conoscere crisi, almeno al di fuori della realtà italiana, è quello dell’enogastronomia. C’è una forte richiesta di elevata professionalità e secondo recenti indagini di mercato il personale più qualificato è proprio quello italiano. Ad avvalorare quanto letto, la recente elezione del miglior sommelier del mondo: un italiano. A Londra, Luca Martini è salito sul gradino più alto del podio sbaragliando la concorrenza e dimostrando, qualora ve ne fosse ancora bisogno, che l’Italia è un Paese competitivo, nonostante il periodo non felice.

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Roberto Bellini Vice Presidente AIS – Photo AIS

Per capire meglio il modello formativo italiano in questo settore ho incontrato, durante una serata di degustazione di vini bianchi, Roberto Bellini vice presidente dell’AIS (Associazione Italiana Sommelier), una figura di riferimento non solo a livello nazionale, ma la cui fama di professionista enogastronomico a indirizzo enologico è riconosciuta a livello mondiale ove le sue conferenze sono molto seguite.

Dal 1983, Bellini è sommelier AIS, giornalista pubblicista dal 2002, ambasciatore dello champagne in Italia è anche consulente per molti prestigiosi ristoranti della Toscana, sua terra di origine. Nel 2009, scrive per Bibiena “ Champagne e champagnes. Cultura e fascino del più grande vino del mondo” un autentico testo di riferimento per gli addetti ai lavori.

La professione del sommelier potrà aiutare i giovani a trovare un lavoro?
Certamente, ma al momento non in Italia. La ristorazione italiana non ha ancora compreso l’importanza di annoverare tra i propri membri dello staff un sommelier. Si pensa che un buon cuoco sia sufficiente, ma non è così. La ristorazione di qualità invece ha inserito nei suoi organici la figura del sommelier. Non si può apprezzare del buon cibo senza abbinare un idoneo vino. La figura del sommelier è nata per portare ai massimi livelli questo concetto.

Possiamo fare un esempio di queste professionalità che migrano all’estero?
Si pensi ad una capitale come Londra. Ebbene in questa città vi sono 270 sommelier italiani che offrono la propria professionalità in luoghi di vera eccellenza. Sse pensiamo poi a quante capitali vi sono nel mondo e ai loro ristoranti di eccellenza che non hanno ancora “coperto” questo ruolo è facile immaginare gli sbocchi professionali che il mondo offre.

Qual è il segreto del successo italiano, non ultimo l’elezione di un Aretino quale miglior sommelier al mondo?
La richiesta è di sommelier certificati AIS. Il segreto è la continua ricerca da parte dell’associazione di formare donne e uomini che sappiamo abbinare a un particolare piatto il vino migliore, non il vino più costoso, ma quello migliore. L’AIS ha capito da subito questo aspetto fondamentale. Non è sufficiente conoscere tutto di un determinato vino se non si è in grado di abbinarlo ad una pietanza. Questo è il vero segreto della scuola AIS, un valore che viene insegnato da subito all’interno dei proprio corsi.

Cosa chiedono i paesi emergenti all’Associazione Italiana Sommelier?
Ci chiedono personale e formatori per preparare il loro personale. Per quanto bravi, gli stranieri, non hanno quella sensibilità tipica degli italiani, a parità di formazione gli italiani hanno una marcia in più. La sensibilità tipica degli abitanti del nostro Paese e un’ottima conoscenza della lingua straniera assicurano lavori ben retribuiti.

Assistiamo però ad una fuga del vino italiano verso l’estero. A Verona al “Vinitaly” ho incontrato numerosi produttori insoddisfatti del mercato interno, pensi che in futuro cambierà questa tendenza?
Il consumo procapite, medio, di vino giornaliero in Italia, ma anche in Francia, è di un bicchiere. Quindi circa 55 l di vino all’anno, mentre cinquanta anni fa, il consumo era esattamente il doppio. I francesi hanno fatto uno studio. Prima il vino era utilizzato anche come una bevanda energetica, era consigliato dai medici poi, nel tempo, il vino è stato sostituto da altre bevande, i medici non hanno più consigliato il suo consumo a causa anche dei problemi legati all’alcoolismo. Adesso ci sono bevande che hanno mutato le abitudini, ma delle quali non si conoscono ancora eventuali effetti indesiderati, mentre sul vino sappiamo praticamente tutto. A una riduzione dovuta a nuove abitudini alimentari si è visto un aumento dei costi in modo esponenziale. Oggi ci sono dei vini in vendita con dei costi veramente esagerati e questo, in momenti di crisi quali quelli che stiamo vivendo, hanno rimodulato le abitudini degli italiani. La richiesta elevata all’estero, in paesi come la Cina o l’Indonesia, permette di vendere a prezzi migliori.

L’attività di AIS per la valorizzazione del prodotto Vino come si articola?
Proponendo un vino, noi proponiamo un territorio. Proponendo un vino noi raccontiamo un territorio, le proprietà organolettiche, ogni vino è diverso perché diverso è il territorio. Attraverso il vino si narra la tradizione di popolo, ne si descrive il suo territorio, diamo modo di apprezzare il nostro paese. Lo scopo è preparare colui che assaggia un vino a vivere in quel sorso una serie di sensazioni, comprendere e riconoscere. La degustazione di un vino è come un racconto di vita vissuta.

Domanda dell’uomo comune: quando possiamo dire che un vino è buono?
Il concetto di buono è soggettivo. Un po’ come il concetto di bello. È possibile però analizzare in modo oggettivo un vino, attraverso una serie di parametri che permettono di apprezzare un prodotto riducendo l’aspetto soggettivo. L’AIS insegna ai propri iscritti e illustra, ogni qualvolta viene invitata ad eventi, come analizzare e comprendere le caratteristiche di un determinato vino. Un vino è buono o meno quando chi lo assaggia è in grado di discernere e riconoscere tutti gli aspetti tecnici.

AIS per il futuro?
L’obiettivo dell’associazione è avvicinare sempre più persone al consumo consapevole del vino. Una curiosità, negli ultimi corsi abbiamo assistito alla partecipazione di un numero sempre maggiore di donne, rispetto agli anni precedenti, segno tangibile di un sempre maggior interesse in questo settore dell’economia italiana.

Un’ultima domanda: ci hai parlato delle donne, ma le donne che vini preferiscono?
Tutti quei vini che non “odorano” di vino, le donne sono briose e frizzanti, quindi vini bianchi, frizzanti, champagne e anche vini rosati. La donna non ama i vini da meditazione, almeno in generale.

Vinitaly 2013

Il vino Italiano è il primo al mondo per produzione  ed esportazione. Un traguardo importante che conferma l’Italia punto di eccellenza dell’enogastronomia mondiale.

Al Vinitaly, si degusta, si fanno nuove conoscenze, si imbastiscono progetti, con l’obiettivo di promuovere sempre la tradizione e il talento tutto Made in Italy.

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On. Calogero Mannino – Francesco Moser – Piero Pardini

 

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Tenuta delle Terre Nere: Calderara Sottana

I terreni di Calderara Sottana sono facilmente riconoscibili, anche a colpo d’occhio. Di tutti i crus della D.O.C. Etna sono sicuramente i più sassosi. Tanto che nelle zone esemplari non si vede il terreno dai sassi che ci sono. Grossi come un pugno, leggeri, un misto di pomice nera e basalto. La parola stessa, Calderara, ricorda il calore, probabilmente nata dal tepore che le pietre nere trattengono e ritrasmettono alla terra nelle notti fredde. L’altitudine varia dai 600 ai 700 metri. La vendemmia avviene nella seconda decade di ottobre. Localmente Calderara e i suoi vini godono di una reputazione straordinaria.
Il nostro Calderara Sottana è frutto di vigneti vecchissimi, dai 50 ai 100 anni di età. Di tutti i nostri crus è forse il più completo: come un obiettivo a grandangolo comprende il più ampio panorama, così il nostro Calderara sembra contenere ed esibire il più ampio spettro di sapori, profumi, nuances. Floreale e speziato, è aromatico e austero al contempo. Dona una meravigliosa sensazione di pienezza al palato, ma ineffabilmente lieve. Don Peppino, la cui devozione a Calderara lo spinse a coltivarne le vigne per 70 anni, ben descrive i vini di Calderara: “cremosi”, li chiama. E ha ragione.
Pollame nobile, ragouts di carni bianche, arista, maiale al latte, coniglio al vino bianco, agnello al forno.

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Etichetta Calderara Sottana – Tenuta delle Terre Nere

Etna Rosso D.O.C.
Zona di produzione: Comune di Randazzo.
Uve: Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio.
Estensione vigneti: 13,5 ettari.
Produzione: 50 quintali per ettaro.
Terreno: vulcanici, molto pietrosi, pomice e basalto con poca cenere.
Esposizione: Nord.
Età dei vigneti: da 50 a 100 anni.
Produzione annuale: 10.000-13.000 bottiglie.

Websitewww.tenutaterrenere.com

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